Carteggio con Simplicio

24/02/2012

Trovo buffo che molti dei tuoi chiamino arroganza la semplice volonta' di denunciare la situazione pietosa della didattica dei vostri corsi di Matematica. [il docente incriminato] e' uno tra tanti, e io non sono nessuno per cambiare le cose da solo, ma credo che quando i vostri aspiranti teorici si renderanno conto che la loro preparazione e', sotto qualsiasi aspetto, risibile, vorranno averne a sacchi da dieci di tipi "arroganti" come me che cercano da una parte di limitare i danni, e dall'altra di capirci qualcosa, delle ciarle che il docente di turno somministra (le "etichette" di un gruppo, per dio! Ti sfido a dire di aver _capito_ di cosa cianciasse quell'uomo, e non dirmi di non aver penato davanti a certi deliri!).

Forse questa situazione ironica (agire per il bene degli altri, a proprio rischio, e proprio da loro essere criticato) e' indice che non si dovrebbe cercare di aiutare chi non vuole essere salvato, forse e' semplicemente indice del fatto che alcune persone non cambiano mai, e preferiscono guardare con sospetto a chi affronta la vita in modo dialettico (cosa ci sara' di cosi' tracotante nel fare domande, veramente, io non riusciro' a capirlo neanche in cento vite, ne' capiro' cosa ci sia di strano a fermare il gioco e dire no, e' sbagliato quel che dici, dillo meglio). Ma forse mi faccio i viaggi io, sara' solo che vi mancano i rappresentanti giusti.

Un corso di anatomia per i farmacisti non e' identico a quello dei medici, d'altra parte cosa fai coi primi, cambi nome alle ossa per non farli studiare troppo? Scrivo a te perche': 1) sei l'unica che conosco abbastanza per parlare cosi' (forse non una a cui interessa sentirmi parlare, ma tant'e') e 2) mi ci gioco la giacca, se mi chiedono di indovinare da che parte stai, ma mi darebbe fastidio aver ragione. Sia come sia, sotto segue quel che penso della situazione; magari c'e' qualcuno a cui puoi consigliarmi di consegnarlo (lui capirebbe?), semmai avrai il tempo di leggerlo. Le persone sveglie per fortuna non vi mancano. Ancora.

Se non altro spero che i tuoi compagni di aspirazioni meno materiali si sveglino.

31/03/2012

Dici un sacco di cose giuste, di critiche veritiere, e qui ti ripeto che noi 'fisici' siamo i primi ad autoanalizzare i nostri corsi, a far avere critiche ai professori o al presidente di CCS, in particolare ci stiamo muovendo di più da pochi mesi, ora che abbiamo anche un po' più di 'bagaglio' sulle spalle. Non deve sembrarti che i fisici non facciano un cavolo di niente subendo i corsi del cazzo che devono subire; siamo stufi anche noi di perdere tempo e impegno su cose fatte male per diversi motivi e che lasciano poco o niente oltre a sudore e fatica. Dall'altra parte però bisogna distinguere tra le critiche di cose che oggettivamente e quasi UNIVERSALMENTE non vanno bene nei corsi a fisica, e quello che invece riguarda una ristretta élite. La tua posizione è in parte sbagliata; perché? perché a) non tutti i fisici sono teorici; b) non tutti i teorici vanno a fare i particellari ecc, ci sono molti altri settori. Forse non ti sembreranno così nobili, così degni di nota, ma sai com'è, la gente deve anche mangiare, ed è giusto che a fare certe cose sia un'élite! -sì vabbé, il motivo non è solo che la gente deve mangiare, è che uno può essere affascinato anche da altre cose, o portato per altre. Il succo quindi è che O creiamo un nuovo corso di laurea solo per fisici iperteorici e matematici orientati alla fisica teorica, O non si può fare quel che auspichi tu! se non ne sei convinto cercherò di fartelo capire meglio. Probabilmente non ti rendi conto che per sapere la fisica, e saperla applicare in diversi campi, non basta partire da principi primi, non basta conoscere le cose più astratte e da lì si ricava tutto... forse 5 persone al mondo sono in grado di fare ciò! e ripeto, tu hai in testa solo certe cose della fisica. Detto questo mi fermo qui perché semmai andrò avanti in un'altra mail, però voglio ribadire che molte delle cose che hai detto sono vere, le critiche te le ho fatte sull'attitudine che percorre tutto il tuo scritto e le tue aspirazioni... non potrai mai ricevere tutti gli insegnamenti che vuoi in un'università comune, per quanto buona sia; anche se molti miglioramenti possono e devono essere fatti eccome.

31/03/2012

Io parlo ai teorici, perche' uno di loro sarei voluto diventare, e pero' ora (che anche io ho qualche strumento in piu' in tasca) mi accorgo che le discipline a necessitare di essere "messe a posto" sul piano del rigore sarebbero anche quelle applicate, non solo in termini di fondamenti, ma proprio di natura degli strumenti usati: il principio e', piu' attinente al mondo e' quello che dici, piu' devi costringerti a sapere cosa dici (paradossale? neanche tanto: uno che fa teoria dei gruppi puo' restare nella sua nicchia; io che faccio geometria algebrica devo abbeverarmi a piu' fonti parlando cogli algebristi, i topologi, i geometri, gli analisti, i fisici...) La differenza poi non e' tra ricevere o no tutte le nozioni, ma tra il dare un metodo di lavoro che permette l'autonomia e il non darlo: non riesco a credere che tu non abbia colto la differenza.

> O creiamo un nuovo corso di laurea solo per fisici iperteorici e matematici orientati alla fisica teorica, O non si può fare quel che auspichi tu! se non ne sei convinto cercherò di fartelo capire meglio. Probabilmente non ti rendi conto che per sapere la fisica, e saperla applicare in diversi campi, non basta partire da principi primi, non basta conoscere le cose più astratte e da lì si ricava tutto... forse 5 persone al mondo sono in grado di fare ciò!

A parte che l'unica critica che nel tempo mi e' stata mossa e' che "se facessimo cosi' il CdL dovrebbe durare sei anni"... osservazione alla quale solitamente rispondo "e il punto, qual e'?", non si tratta minimamente di tutelare i teorici. Sono un'etnia in via di estinzione (per vari motivi), ma il problema e' che la Matematica che non vi insegnano serve anche a "voi" (?), e ha nome analisi funzionale, teoria dei gruppi (quella vera: per esempio per fare cristallografia), teoria dei grafi, teoria della probabilita' (in modo leggermente piu evoluto del contare le palline), topologia (chi studia dinamiche discrete sa di cosa parlo: a volte non basta Mathematica -oh, si'! nemmeno quello vi insegnano a usare, meglio Root-; ma spostiamoci pure altrove dall'ambito classico: esiste la topo-viro-logia), geometria differenziale (insegnare a un robot dove ha le braccia), algebra omologica (si usa in calcolo numerico per derivare in modo efficiente funzioni campionate in un set discreto di punti).

Potrei andare avanti a lungo, senza stancarmi, ma nemmeno questo e' il punto. Il punto e' solamente che dopo anni in cui vedo da fuori la situazione (gente che chiede a me come fare i compiti per casa? gente che vuole seguire un corso di geometria che io ho fatto al terzo anno, e che molla dopo una settimana perche' non sa fare gli esercizi? e' per questo che pagate le tasse, per essere dei frustrati? Alla buon ora vi siete dati una mossa!), dopo averla anche sperimentata sulla mia pelle (non senza curiosita'), dopo aver visto che non migliora, semplicemente ho voluto tirare le somme.

Il senso della Scienza dovrebbe essere l'interplay tra le discipline: per quel che vedo, ognuno di voi (nel miraggio di una maggiore pertinenza?) tende a specializzarsi solo nel proprio piccolo orto e a chiudere le orecchie davanti agli stimoli esterni. Il risultato e' qualcosa di simile a questo, dove si privilegia lo status quo e lo spazio vitale di ogni gruppo di ricerca al prezzo di una compartimentazione dei saperi che ha del patologico. Da quel che vedo (e ho avuto modo di parlare con molte persone del corpo docente: se ne salvano due, penso tu le conosca) e' molto meglio supporre che chi attraversa il ponte sia un nemico o uno scalzatrono, invece che un semplice individuo dotato (povero e raro) della capacita' di criticare quel che sente.

Soprattutto, poi.... CINQUE? avro' fatto almeno una decina di nomi, e non sai quanti ne ho tralasciati (nota che non cado nella faciloneria di citare Witten: sarebbe troppo facile). Sai chi sono o sono stati Alain Connes, Anatolij Fomenko e il suo collega Dubrovin, Chris Isham, Robert Coecke, John Baez, Matilde Marcolli, Roger Penrose, Frederic Paugam, Urs Schreiber, Mark Gotay, Nathan Seiberg, Vladimir Turaev, Francesco Tomassiello (e' un collega di Gianguido, e lavora sulle categorie derivate, come me: pensa che piccolo il mondo), Dimitri Orlov, Pavel Etingof, David Kazhdan, Kirillov, Yuri Manin, i due Gel'fand (padre e figlio: uno analista funzionale e l'altro geometra algebrico - topologo - fisico teorico)... ? Devo andare avanti? Sai chi sono questi signori, cosa hanno fatto?


>non tutti i teorici vanno a fare i particellari ecc, ci sono molti altri settori. Forse non ti sembreranno così nobili, così degni di nota

ti libererai mai della percezione per cui un matematico (oppure, io) consideri privo di importanza e "sporco" tutto quello che e' applicato? Lo trovo infantile: soprattutto trovo una scusa inutile addurre la mancanza di tempo, l'andazzo generale, le fallacie dell'organizzazione universitaria. Se uno al formarsi una cultura personale ci tiene, semplicemente se la prende perche' la considera la priorita' accademica per eccellenza, non si nasconde dietro questo lassismo invertebrato (o queste manifestazioni di sottomissione dialettica al limite del medievale, per cui e' vergognoso fare domande ad un docente, segnalargli gli errori e i refusi): accettato come vero che una buona pertinenza viene dalla conoscenza del modello e della fenomenologia, cerchiamo appunto di diventare esperti del modello E della fenomenologia. E' cosi' difficile? Invece solitamente si tende a considerare la teoria un vezzo che non c'e' tempo di indagare, che comunque prevale, a livello ontologico, su una fenomenologia che e' anonima, caotica, ineffabile senza la guida di una struttura. Servono anni, decenni, una vita? Certamente, ma questo non e' un problema nella misura in cui e' la materia stessa a richiedere questo tempo di digestione, questa pazienza e questa abnegazione. C'e' purtroppo chi fa della sua carriera una questione di numerini, di medie pesate e di lodi: si perde, secondo me, il gusto migliore e la ricompensa piu' pura (perche' espressa in una moneta che e' espressa in modo intrinseco, libera-da-coordinate burocratiche) per il lavoro che ha fatto. D'altra parte spiegare questo e' spiegare nirvana, quindi forse sto parlando a vanvera. E non parli con uno che sta qui col cazzo in mano a filosofare sulla topologia del sesso degli angeli. Ho vissuto sempre con queste idee in testa, e me le hai viste mettere in pratica: mi sono laureato in due anni e mezzo. Fatico a contare i libri che ho letto su tutto quello che ho potuto divorare, e ancora sono convinto di non sapere una sega di niente; quando ho chiesto di iniziare la tesi, ho menzionato un certo numero di argomenti in cui avrei voluto lavorare, e mi hanno detto "quel che Lei ha studiato nell'ultimo anno e' sufficiente a fare una tesi, un dottorato e ancora ne avanza." Saro' sceso a compromessi, ma considero vinta una battaglia del genere: ora la mia domanda e', se ce l'ho fatta io a far quadrare i conti, che sono il penultimo degli stronzi, che problema hanno gli altri? Cose che non dico per bullarmi, ma almeno per parlarsi chiaro: conosci qualcuno che puo' dirti la stessa cosa?

Sul fatto che non tutti fanno i particellari, penso di non aver mai nominato hep-th in tutta questa email, ed essermi comunque difeso egregiamente dall'accusa di voler infondere conoscenze non necessarie a gente che ha ben altro da fare (che esempi ti ho portato sopra? Grafi, statistica, robotica, analisi dati, calcolo numerico, ricostruzione e processing di immagini sono piene (piene, piene!) di tecniche di topologia della bassa dimensione, algebra omologica, topologia algebrica, geometria differenziale... E' abbastanza lontano dal teorema di Fermat o devo spostarmi ancora? Dimmi tu, non ho problemi: so di applicazioni della teoria delle categorie -uno dei miei rami- alla biologia computazionale e alla grammatica trasformazionale). L'attitudine di interessarsi alla Scienza senza interessarsi anche alla Matematica la trovo simile a quella di chi apprende il cinese andando a orecchio per quanto riguarda la pronuncia; ma questa e' una mia opinione o poco piu': il tempo mi smentira' se ho torto, no? Continuo a trovare molto piu' facile leggere un libro di relativita' adesso (cosa che ho fatto con -e per puro- piacere), che non dopo una triennale li' da voi, che avrebbe esacerbato anche la tenacia immortale di cui mi credo dotato, che salvaguarda la mia voglia di conoscere dagli attacchi della ottusita' altrui. Ma anche questa e' un'opinione mia, pare, e ogni volta che provo a parlarne sperando che l'esperienza mi dia patente di serieta' devo essere bollato come un talebano. A volte e' divertente e la prendo con filosofia (Solone diceva: se un mulo mi da un calcio, che devo fare, trascinarlo a giudizio?), ma alla lunga, chi me lo fa fare, arrangiatevi, mi verrebbe da dire. Io non ho problemi, un libro di relativita', di teoria dei campi o di cristallografia lo riesco a leggere tranquillamente: e' quando a voi serve sapere davvero l'algebra lineare che venite a disturbare "i matematici" che "dimostrano i teoremi".

Vi hanno cresciuto per anni nel distorto paradigma per cui un fisico "sa fare" perche' "ha visto" tutti i linguaggi possibili e li sa adattare ad ogni circostanza passata, presente e futura spremendo ogni atomo di informazione da un sistema. (immaginati la mia risata sardonica) Ogni tanto qualcuno si sveglia dal bozzolo e si accorge (per esempio seguendo il nostro corso di Geometria Differenziale, o parlando con un matematico: pratica che purtroppo fate di rado) di non sapere veramente nemmeno come muovere le dita, altro che suonare una sinfonia... e puntualmente si lamenta dell'astrusita' della disciplina che sta provando a penetrare, nel perpetuo fraintendimento di cosa essia sia. Chiacchiere anche queste, comunque: ci sono delle vite da salvare, mica possiamo perderci in cagate.

02/08/2012

(il quote iniziale, dopo la citazione da Borges, e' il messaggio che una mia amica ha ricevuto tempo addietro. Mi sono permesso di rispondere: a lei hanno tolto il saluto, a me non hanno mai replicato).

" [...] Discusse con gli uomini dal cui verdetto dipendeva la sua sorte, e commise l'estremo errore di farlo con ingegno e ironia." (J. L. Borges, I Teologi)


> Ciao!

> Non so se conosci personalmente [me, NdE], quindi ho pensato di aggiornarti,

> ha frequentato il corso di [il docente incriminato, NdE] per un paio di mesi e poi si è ritirato

> credo perchè il corso non era all'altezza delle sue aspettative. In quel periodo

> comunque ha torturato [il docente] mandandogli mail tutti i giorni, più volte al giorno,

> con domande/consigli/provocazioni e per finire gli ha spedito una lunga e delirante

> lettera di diverse pagine che ho avuto il piacere di leggere.

> Personalmente per quello che lo conosco non gli darei troppa corda..

> non parla per darci la sua opinione e discuterne, parla per indottrinare.

> A presto!

> Stefano

Ciao! Purtroppo Beatrice ha la fortuna di conoscermi piuttosto bene, sicuramente meglio di come mi conosci tu, e non e' rimasta (credo) minimamente influenzata da quel che hai detto ne' in bene ne' in male. Destrutturare parola per parola la manica di stronzate che hai detto e' talmente facile che riesco a farlo persino con addosso la stanchezza di una giornata intera, a questo orario da cattivo ragazzo.

Cominciamo dalla parte piu' semplice: ricostruire dati obiettivi, che solo la tua malizia (o il gioco pernicioso del telefono senza fili) ha distorto. Anzitutto, vorrei vedere le mail quotidiane che ci siamo scambiati, io e il mio amore: le domande, consigli e provocazioni (?) con cui lo avrei esasperato: tenendo conto anche delle sue risposte, conto otto missive (e due soli thread). Sei pero' sicuramente piu' informato di me al riguardo, spediscimi (se ti va, se non sei troppo occupato, per carita') le mail mancanti e provvedero' ad aggiornare il mio carteggio. Che si possa guadagnare qualcosa, pubblicandolo? Anzi, facciamo che tanto per conoscenza, te le estraggo dal carteggio, le perle che mi hanno fatto fumare i coglioni: che sia la volta buona che smettete di spargere in giro questo scattering di minchiate.

[omissis]

Ammetterai anche tu (e' una questione di mero buon senso, non servono pezzi di carta a titolare una persona "degna" della patente di giudicare la vicenda) che il mio e' l'unico modo sensato di porsi verso un individuo che usa provocazione (lui si'!) e sofisma come strumento dialettico per eccellenza. Altro linguaggio che il sarcasmo, contro questi redivivi monsieur Jourdain, non so usare. E ametterai anche tu, magari nel chiuso della tua stanza, dato che ammetterlo davanti a me sarebbe un po' troppo umiliante, che avete ben poco da lamentarsi che la didattica non vada, e gli esami di questo tizio siano insopportabilmente frustranti da gestire, quando nessuno (NESSUNO) riesce ad avere il coraggio di alzare la mano e fare queste critiche 'in re', invece di mangiarsi il fegato 'post rem': troppo conflitto di interessi, fare dialettica con chi deve firmare il tuo libretto?

In secondo luogo non mi sono "ritirato" da un bel niente. Un corso che seguivo per interesse, per completezza nelle mie passioni (inveterate, e mai dome nonostante il modo in cui sono bistrattate da persone come lui), e che proprio per questo motivo non mi vincolava a nulla e nessuno, lo abbandono come e quando mi pare senza addurre motivazioni del caso ne' a te ne' a mia madre: le lezioni le ho frequentate praticamente tutte, e tu c'eri, e se te lo ricordi sei doppiamente vermilinguo e becero. E c'eri anche quando quello spaventapasseri male in arnese ha avuto il coraggio di non saper fare "esercizi" di algebretta che insegnano alle matricole, e che qualsiasi sedicenne che partecipa alle olimpiadi della Matematica sa risolvere a occhi bendati. "Andate a tentativi", per trovare la permutazione che ne coniuga due date: il giorno che vi renderete conto che voi _pagate_ per essere pubblicamente perculati stappero' una bottiglia di cognac.

Hai certamente uno strano italiano se confondi il mio trovare vomitevole l'ambiente in cui le lezioni si dipanavano (vi era fattualmente impedito di imparare alcunche', a parte giocare a Tetris con la teoria della rappresentazione) con il fatto che "il corso non era all'altezza delle mie aspettative"; anche fosse vera, questa constatazione non mi sembra una ragione esecrabile per levare le tende (perche' al contrario di qualcuno, mi sento autorizzato a pretendere la qualita' migliore possibile da quel che compro, siano esse bistecche o lauree magistrali, e faccio tutto il casino che la mia ugola mi permette di fare, se questa richiesta di Qualita' non viene soddisfatta). Soprattutto perche' pur se non sono scappato, e' vero che mi aspettavo di piu' da un individuo che si presenta come "lo Sheldon Cooper del dipartimento" (sic) e poi svende per un tozzo di pane la sua professionalita' al miglior solutore di cruciverba numerici (altro non sono, in effetti, i problemi dei suoi esami). Da ultimo, come ho detto e ripetuto, ho dato a voi (e solo a voi, inizialmente addirittura solo a una persona) quel che ho prodotto perche' "magari c'e' qualcuno a cui puoi consigliarmi di consegnarlo (lui capirebbe? [non credo.])". Ho trovato inutile comunicare a un individuo antipodale da me fino a questo punto le mie idee, e preferibile coinvolgere nella bagarre con chi ha il potere di scalzarlo da un ruolo che evidentemente non gli si addice.

Venendo alla parte seria, ossia la valenza etica di quel che ho fatto: e' con rinnovato dispiacere che noto che certe cose (e certe persone) non cambiano mai, e preferiscono guardare con sospetto a chi affronta la vita in modo dialettico. Di "indottrinare" qualcuno non mi e' mai interessato: ne avessi le capacita', sarei troppo pigro per fare il capopopolo. Ho solo inamovibilmente tenuto a non prostituire i miei ideali alla ragion di stato o al primo venuto, che ha l'unico potere di firmare un pezzo di carta secondo cui sono autorizzato a fingermi esperto di qualcosa che nemmeno lui in fin dei conti conosce. I "deliri" che hai avuto il "piacere" (ironico, am I right?) di leggere vorrei li commentassi, e vorrei trovassi anche solo una posizione scorretta, male argomentata, nelle mie opinioni: se invece il problema e' lo scomodo sarcasmo con cui mi sono espresso, fammi il favore di non praticare mai nessun tipo di attivita' che ti porti a confrontarti davvero col prossimo. Trova anche solo una idea mal supportata dai fatti (la deriva della vostra didattica, l'incomunicabilita' con tutti "noi", l'incapacita' di prendere possesso delle vostre pertinenze, la risibile concezione che avete degli strumenti che vi servono a progredire... devo andare avanti? Conosci anche solo uno dei nomi che ho fatto alla fine del mio papello? Hai la minima idea di chi siano, e cosa abbiano fatto, Alain Connes, Graeme Segal, Michael Atiyah?) e allora possiamo parlare _davvero_ di quel che ho detto. Ma prima, e' la storia della volpe [tu] che dice che l'uva [quel che scrivo] non e' matura [e' il frutto dell'arroganza e della tracotanza], perche' non arriva a coglierla [capire quel che ho detto]. Persino la suddetta destinataria della mia missiva, che certamente non brilla, ne' ha mai brillato, per modestia, e' arrivata ad ammettere che "dico un sacco di cose giuste, di critiche veritiere". Fammi allora capire dove si innesca il meccanismo del delirio, ma attento: quelle stesse idee che dopo una rivoluzione si chiamano "senso comune", fino al giorno prima erano utopie. Finche' non lo saprai fare, con la corda di un individuo che non mi conosce, e che ciononostante si arroga il diritto di decidere come sono fatto e quali siano i moventi delle mie azioni, trovo indegno anche solo legare il sacco della spazzatura: sei fortunato che non faccio il tuo gioco, raccontandoti per esempio di come tu, e con te tutta la tua cricca di aristogatti, siate considerati individui puntiformi fino all'imbarazzante, bovini e pervasi di una boria che non e' nemmeno possibile recriminare tanto e' fetida, da chiunque mi riferisca, anche a distanza di tutti questi mesi, nuovi episodi di questo teatrino di marionette (chiediti: chi tira i fili? e forse inizierai a essere libero; dato l'esame che devi, chiediti cosa hai imparato davvero, e cosa sapresti fare se ti togliessero la rete, e forse potremo partire dallo stesso gradino). A presto (ma in effetti spero di no)!