Amedeo Canopenero

Dio esiste ed è vuoto : questo Amedeo Canopenero lo seppe una tiepida mattina di gennaio, a Tunisi. Aveva pianto tutta la notte alla notizia del matrimonio della cugina. A lei, non era mai riuscito a dichiararsi: aveva tremato le braccia, sudato dalle mani e dalle basette, contorto le magre dita: ma aprire bocca e dichiararsi, mai.

Tutto questo inutile agitarsi, questo mutismo di pesce l'aveva sfinito. Allora, pochi mesi prima, era sbarcato a Tunisi per cercare di dimenticarla; aveva trovato un impiego presso l'import-export dello zio, catanese ed irredento italiano in Tunisia da anni che non aveva contato. Aveva lavorato sempre con zelo e silenzio, anonimo, dando il meno incomodo possibile.

Ma ieri sera la notizia, stanotte la febbre. La febbre, la disperazione, le unghie che strappano in lunghe faglie parallele il lenzuolo, il materasso giallastro, i muri più di argilla che di mattone.

E stamattina la rivelazione.