Tuomas Varnsson

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Quando Tuomas Varnsson divenne cieco, a causa dei fumi troppo caldi di una colata di metallo, una notte del 1799, egli si sveglio` nel suo letto, sollevato. Non vedeva niente, e quindi era libero. Finalmente rotta la trappola di luci, prospettive e colori; finalmente spenta l'ossessiva cacofonia visiva, finalmente vivo nella realta` per quello che veramente era: una notte nettissima, senza fine, un abisso oscuro popolato da superfici che ti toccano e rumori in costante riverbero. Tuomas ringrazio` la propria cecita` e comprese che era un dono di Dio, anzi il dono: Lui aveva scelto di rimuovere dai suoi occhi la luce, di disadornare la sua vita dal velo di Satana, questa giostra capace di inquinare i cuori di lussuria in un istante. Non era forse il Cristo che disse di cavarsi un occhio se questo genera scandalo? e quando mai un occhio umano vedente non ha generato , una volta, scandalo? Com'era inutilmente molle e calda la propria moglie, ora che non poteva vederne la liscia curva dei seni! com'era fastidioso e insulso il calore del sole, ora che non poteva vederne la luce! L'illusione del mondo luminoso ne nascondeva l'inferno.

Quando Tuomas Varnsson venne portato all'istituto dei ciechi di Goteborg, in una mattina di maggio, i suoi occhi uniformemente bianchi sfidavano in faccia il Sole senza battere mai ciglio, ed egli arringo` i suoi compagni di fortuna. A loro, i ciechi, lungi da una sventura, era stato dato un dono; la loro purezza spaventava gli altri uomini, per quello li recludevano. Ovviamente avevano difficolta` nel mondo: perche` Satana ne aveva nascosto l'austera semplicita` con la sua macchinazione colorata. Sapevano che nel regno degli angeli -un regno uniforme, immobile, come una colonna d'acqua- non ci sarebbe stato alcun bisogno di vedere.

Quando Tuomas Varnsson guido` finalmente la rivolta dell'istituto, non bado` alle urla: poteva solo sentire le gocce di pioggia, appiccicose tele del ragno, che correvano contro il suo volto. Gli altri ciechi, cantando rosari, cavavano gli occhi ai medici e alle guardie, e mentre queste gridavano i loro carnefici li supplicavano in lacrime, sinceri, di ringraziarli per il regalo che stavano loro facendo. Ma Tuomas corse dritto tra le poche persone delle sei del mattino gridando la sua parola, gridando che Dio gli aveva rivelato tutto, che luce era un mero infingimento, e che solo l'eterno buio era la verita`: corse, e poi cadde nel mare che non vide.